Consigli pratici

ANDAR PER FUNGHI

A funghi in compagnia. Il consiglio base, che vale per i principianti come per i più esperti, è di non andare mai nei boschi da soli perché in caso di incidente (caduta, morso o puntura, peggioramento delle condizioni atmosferiche…) la situazione può farsi pericolosa. In particolare è utile accompagnarsi ad un esperto, magari approfittando di uscite micologiche organizzate: si risparmia tempo e fatica, si va in sicurezza e si impara dall’osservazione.

Pianificare l’escursione a tavolino. Conviene abituarsi a preparare l’escursione in anticipo. Un volta si cominciava consultando una carta automobilistico-topografica e si passava ad esaminare le tavolette topografiche dell’Istituto Geografico Militare in scala 1:25000. Oggi ci si può basare sulle carte escursionistiche (Kompass, Tabacco, ecc.) o andare su google maps oppure ancora scaricare un’app come “my tracks” o similari. Le prime, le tavolette, sono utilissime in quanto danno perfettamente l’idea dell’andamento del terreno, evidenziano ogni particolarità, vie, mulattiere e sentieri, curve altimetriche di livello, dando l’idea precisa della difficoltà ed asperità del percorso da intraprendere. I boschi sono riprodotti con il colore verde uniforme con indicato il simbolo dell’essenza arborea predominante, differenziato dal bianco dei pascoli e delle radure erbose. Di solito il bordo dei boschi, vicino alle radure, dà le maggiori soddisfazioni nei mesi estivi fino all’autunno inoltrato in montagna, nella zona delle malghe.

La “regola del girotondo”. Questa è una vecchia regola, semplice quanto utile. Una volta scelto un cocuzzolo od un monticello, lo si percorre sempre alla stessa quota, girandoci attorno, circolarmente, partendo da un determinato punto ed arrivando al medesimo. Si sarà così esplorato lo stesso ambiente in ogni sua esposizione, ogni versante, rispetto ad ogni punto cardinale ed si avrà avuto modo di notare il tipo corrispondente di vegetazione, di umidità, ecc. Pensandoci prima, unendo la programmazione a tavolino alla pratica sul campo successiva, si limiterà al massimo il camminare a vuoto, le deviazioni inutili e le eventuali confusioni nell’orientamento.

Allenamento. Se si vogliono aumentare le probabilità di trovare i funghi, bisogna allenarsi gradualmente a camminare, senza voler strafare. Bisogna abituare il corpo progressivamente allo sforzo. Si deve tenere presente che più lontano ci si spinge e più impegnativa sarà la salita, tanto inferiore sarà la concorrenza.

Silenzio…parla il bosco. E’ buona regola mantenere nel bosco il silenzio più assoluto, per vari motivi. Il primo per non segnalare la propria presenza, il secondo per arrivare ad uno stato di attenzione, con tutti i sensi concentrati sull’ambiente in cui ci si muove, vigili a dove si posano i piedi, abituando la vista alle sfumature di colore. Conviene fissare quel particolare tono di marrone di un edulis appena raccolto, si avrà la certezza di notarlo ancora in ambienti vicini. Senza esagerare nel numero, però!

Calma e pazienza. Correre non ci fa vedere cosa ci circonda, oltretutto ci stanca. Quante volte, specie alle prime esperienze, per la troppa foga, non si è scorto un bell’esemplare, raccolto poi dall’amico che ci seguiva lungo lo stesso sentiero? Procedendo con la dovuta calma, mantenendo la pazienza necessaria e, senza quell’affanno che dopo poco non ci fa vedere e trovare niente, dobbiamo avanzare cautamente, battendo il bosco palmo a palmo, scovando qua e là , magari alzando i fitti rami di vecchi abeti, i frutti più belli, facendoci dimenticare la fatica fino allora sopportata.

Occhio alle piante …e agli spioni! Lo studio e l’esperienza ci insegnano che, nella giusta stagione, sotto determinati alberi troveremo con più probabilità certi funghi (ad es. sotto larice troveremo i Suillus) e che certi funghi vivono nello stesso habitat di certi altri di cui sono la spia (ad es. l’Amanita muscaria e il Clitopilus prunulus sono spioni del porcino).